Radiotelescopi di tutto il mondo unitevi! L'invito è partito dal VLA, l'osservatorio che sorge 80 km a Ovest di Socorro, pianura desertica e polverosa del Nuovo Messico. I 27 dischi parabolici da 230 tonnellate e 23 metri di diametro del centro reso celebre dalla Jodie Foster del film Contact di Robert Zemeckis, sono anche la sede operativa del Very Long Baseline Array (VLBA), la struttura strategica di ascolto dell'universo del National Radio Astronomy Observatory degli Stati Uniti. All'appello di VLA hanno risposto altre 35 strutture di osservazione, da Asia, Australia, Europa, dall'Artico, dall'America del Nord e del Sud, dall'Antartide e anche dal centro dell'Oceano Pacifico. Due sono i radiotelescopi italiani coinvolti nell'operazione, il GCS di Matera e l'antenna dell'Istituto di radioastronomia di Noto, in provincia di Siracusa. Tutti insieme, per 24 ore tra mercoledì e giovedì, metteranno sotto osservazione 243 punti fissi dell'universo, per aggiornare con una precisione mai raggiunta prima quel "sistema di riferimento celeste" che è la cornice in cui vengono raccolti tutti gli spostamenti che siamo interessati a misurare. Dalla nostra corsa sotto casa ai parametri del cambiamento climatico, dal tragitto in auto allo spostamento delle zolle tettoniche che sollevano l'Himalaya.
Così lontani, così utili
"Il centro VLBA del Nuovo Messico è il luogo dove dagli anni '90 la scienza costruisce la sua cornice di riferimento", spiega Monia Negusini, ricercatrice all'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica (Inaf) di Bologna. "Per avere un quadro di riferimento sufficientemente preciso ci servono oggetti lontani, anzi così lontani da apparire praticamente fermi". Ed ecco che noi che vogliamo misurare tutto ci rivolgiamo alle quasar, che sono lontanissime galassie che turbinano intorno a un buco nero da dove vengono emessi segnali radio che possono essere captati dai radiotelescopi, che a loro volta sono telescopi ciechi, che non vedono la luce ma rilevano le onde radio emesse dalle varie sorgenti sparse nell'Universo. Ma poiché la precisione non è mai troppa, questa volta la campagna del VLBA tracima dalla sua rete di dieci radiotelescopi nazionali distribuiti dalle isole Hawaii al New Hampshire e coinvolge i centri di altri sei paesi del mondo aumentando la difficoltà dell'esercizio.
Grandi manovre millimetriche
Oltre ad avere offerto a Jodie Foster lo spettacolare set per recitare nel 1996 nel film Contact di Robert Zemeckis, l'osservatorio di Socorro, con la sua spettacolare infilata di antenne paraboliche spalancate sull'universo (nella foto) ha già guidato le grandi manovre che dieci anni fa avevano messo sotto osservazione 202 galassie. Da domani ce ne saranno da ascoltare 41 in più per rendere ancora più preciso il quadro e aggiornare così quel ICRF (International Celestial Reference Frame) che, come fosse l'ora esatta televisiva di una volta, sincronizza la scienza mondiale sulla misura delle cose. Il fatto che i quasar siano fermi solo in apparenza non è un problema. Ciò che conta è lo sforzo compiuto per ottenere la massima approssimazione possibile e l'autorevolezza dell'autorità che definisce la regola. D'altra parte la misura delle cose è sempre stata un invenzione dell'intelletto: nel 1799 fu decisa l'introduzione di una scala basata sui multipli di dieci ottenuta solo grazie a un viaggio picaresco di un gruppo di scienziati nella Francia sconvolta dalla rivoluzione. Introdurre il sistema metrico fu rivoluzionario, e Napoleone ne fu il primo partigiano contro il caos delle misure che dominava il mondo in cui era nato e cresciuto. Oggi abbiamo altre esigenze: vogliamo misurare gli spostamenti delle zolle tettoniche e seguire la corsa dei fronti nuvolosi, vogliamo la precisione e persino la portabilità. Già, perché se ci mettiamo al polso un ricevitore Gps per andare a correre ci aspettiamo che sia preciso e che non ci dica a fine corsa che abbiamo corso meno del nostro compagno d'allenamento. Già, come faremmo a capire chi ha barato?